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LA
PAGINA PIU' NERA
Andrea
Gaudenzi mai così brutto, Davide Sanguinetti eroico ma
incapace di tagliare il traguardo, un doppio da dimenticare: sulla
terra battuta di Mestre si è consumato l'atto finale dell'involuzione
del nostro tennis. Sconfitta dal Belgio dei fratelli Rochus, l'Italia
è precipitata per la prima volta in serie B.
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Abbiamo camminato sui carboni ardenti per anni e anni senza scottarci, ma
prima o poi doveva accadere. Stavolta l'Italtennis non solo si è scottata, ma nel catino infuocato del Green Garden di Mestre è letteralmente bruciata, precipitando, per la
prima volta in oltre cento anni di storia tennistica, nel baratro della serie B dal quale, considerata l'attuale situazione del nostro movimento tennistico,
non si risolleverà tanto facilmente. Il Belgio, il tanto temuto Belgio che alla vigilia, forse presagendo quello che sarebbe accaduto,
era stato presentato come un autentico baubau dagli stessi componenti la squadra azzurra, Paolo Bertolucci in testa, ci ha sonoramente battuti per 4-1. E
più che per la sua reale forza, perché noi, con la nostra debolezza, gli abbiamo dato una bella mano. |
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Questa retrocessione, la pagina più nera nella storia della nostra nazionale, è la logica conseguenza dell'attuale situazione del tennis italiano e dovevamo aspettarcela. Ora non abbiamo più
nenche la Coppa Davis da usare come specchietto per le allodole, quella Coppa Davis che tra sorteggi fortunati ed anche prove superlative che in qualche occasione sono
andate addirittura oltre le nostre reali possibilità, ci ha regalato negli ultimi anni due semifinali ed addirittura una storica finale. |
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Acqua passata e, per dirla alla Bertolucci, non è il caso di farne un dramma, visto che l'umiliazione della retrocessione l'hanno subita, molto prima
di noi, nazioni tennisticamente fortissime come gli Stati Uniti, l'Australia, la Francia ed addirittura la Svezia. E' vero, ma se per queste nazioni si è trattato
di un semplice incidente di percorso, immediatamente risolto, per noi potrebbe diventare un autentico calvario, perché se è vero come è vero che
l'attuale squadra non vale la serie A di Coppa Davis, è altrettanto evidente (e qui sta il reale problema) che alle spalle di Gaudenzi e compagni ci sono soltanto
giocatori che al momento non valgono nemmeno la serie C. |
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Sotto accusa per questa umiliante sconfitta sono finiti soprattutto Paolo Bertolucci ed Andrea Gaudenzi.
Si ha un bel dire che il nostro capitano poteva fare delle scelte diverse, che avrebbe potuto convocare quello che attualmente è il nostro miglior giocatore,
Gianluca Pozzi, e fare la squadra attorno al barese puntando sul veloce anziché sulla terra battuta e su Andrea Gaudenzi. Ma come poteva Paolo Bertolucci non fidarsi
di Andrea Gaudenzi, il giocatore che in più di un'occasione era stato l'artefice principale dei nostri sorprendenti successi. Semmai se dubbi c'erano prima del'incontro,
questi riguardavano Davide Sanguinetti che invece, a conti fatti, è stato il migliore dei nostri, tenendoci a galla nella prima giornata quando con una prestazione maiuscola
ha letteralmente cancellato Filip Dewulf e dandoci un filo di speranza nella terza quando, contro il più anziano dei fratelli Rochus, il ventunenne Christophe, con una
incredibile rimonta ci aveva fatto credere nell'ennesimo miracolo. |
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E Andrea Gaudenzi? Il faentino ha sicuramente vissuto a Mestre i momenti più brutti della sua carriera
tennistica. Lui, così orgoglioso, così abituato a lottare fino all'ultima goccia di sudore, ma anche così onesto da ammettere di essere stato una palla al piede
della squadra, ha recitato pubblicamente il mea culpa. No, troppo brutto per essere il vero Gaudenzi quello che abbiamo visto in campo a Mestre, sia in singolo che in doppio:
troppo lento, di gambe e di riflessi, incapace di comandare il gioco persino da fondo campo, una prerogativa che gli è sempre stata naturale. E non è un caso che l'Italia sia precipitata
nel baratro assieme al suo uomo guida, al suo ex trascinatore. Però Gaudenzi si è anche detto pronto a far parte di quella squadra che farà di tutto per risalire
in serie A, se glielo permetteranno. |
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Ed ora la nostra realtà non si chiama più World Group, ma "Gruppo Uno Zona Euro-Africana". Il 7 settembre ci sarà il sorteggio a Flushing
Meadows e conosceremo il nostro destino perché sapremo quale delle dieci squadre che compongono questo gruppo (sicure Austria, Bielorussia, Gran Bretagna, Ucraina e Zimbawe e poi
le vincenti dei match Finlandia-Ungheria, Sud Africa-Portogallo, Croazia-Costa d'Avorio e Grecia-Slovenia) dovremo affrontare.Queste dieci squadre comporranno un tabellone da sedici
ad eliminazione diretta e le quattro semifinaliste conquisteranno il diritto di giocare lo spareggio promozione per la serie A con le due finaliste del Gruppo Uno Zona Asia-Oceania e le otto
perdenti del primo turno del World Group. |
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L'Italia
sarà certamente considerata una testa di serie e quindi
entrerà in gioco nel secondo turno in programma dal 6
all'8 aprile e, in caso di vittoria, giocherà direttamente
i play-off dal 21 al 23 settembre. In caso di sconfitta, invece,
dovrà giocare un play-out per non retrocedere nel Gruppo
2, in pratica la serie C, rischio da non sottovalutare.
Il nostro futuro dunque è alquanto incerto e l'unica
sicurezza che resta è che chiunque sia a guidare la futura
squadra di Coppa Davis (l'onesto Bertolucci potrebbe finire
col pagare anche colpe non sue per fare posto, si dice, a Corrado
Barazzutti) non potrà fare a meno degli attuali giocatori,
più naturalmente Gianluca Pozzi, Laurence Tieleman ed
i doppisti Bertolini e Brandi. E questo perché alle spalle
c'è il vuoto creato da una sciagurata gestione politica
che nell'ultimo ventennio nulla ha fatto per sanare i mali cronici
della gestione tecnica.
Le
copiose lacrime di Davide Sanguinetti, quelle trattenute a stento
di Paolo Bartolucci, gli occhi lucidi di Andrea Gaudenzi e la
rabbia di Diego Nargiso restano le ultime immagini significative
di una favola che è durata tanto a lungo da rendere particolarmente
amara ed incredibile la realtà: siamo precipitati
in serie B!
testo e foto di Ettore Ferreri
da "Il Tennis Italiano" di Agosto 2000
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